Cari amici e Care amiche,

mancano pochissimi giorni al voto sul referendum della riforma costituzionale. L’esito sicuramente inciderà sugli scenari della politica nazionale e sulla credibilità dell’Italia non solo in Europa.

La nostra Costituzione ci è invidiata dal mondo per i suoi principi ispirati all’antifascismo e alla liberazione. I diritti e i doveri in essa contenuti sono di grande attualità storica.

Questi aspetti costituenti NON saranno modificati dalla riforma. Viene invece proposto di modificare la seconda parte della Costituzione che regola il funzionamento delle istituzioni così come da moltissimi anni discutiamo.

Si supera il bicameralismo perfetto per il quale oggi Camera e Senato fanno le stesse cose allungando inevitabilmente i tempi per approvare le leggi. Solo una Camera, come in tutti i paesi moderni, pone la fiducia al Governo e fa le leggi in tempi definiti.

Finalmente si riduce il potere delle Regioni.  Lo Stato avrà competenza esclusiva su materie che riguardano l’intero paese (come la tutela della salute, le politiche sociali, l’istruzione, la formazione professionale, le attività culturali e il turismo);  si istituisce una Senato delle autonomie locali che manterrà le scelte rilevanti per gli ambiti e gli interessi territoriali. Viene cancellata la “concorrenza legislativa” per cui Stato e 21 Regioni producono leggi sulle stesse materie, creando conflitti tra istituzioni che rallentano ancora di più la vita reale, economica e sociale, del paese.

Come chiesto da tutti con la Riforma si riducono i costi della politica. Non è questo l’obiettivo prioritario ma grazie alla eliminazione di una delle due camere con  il Sì al referendum possiamo essere noi cittadini a determinare un risparmio molto più ampio e strutturale, stimato in circa 500 milioni di euro all’anno. Si cancella il CNEL che costa 20 milioni all’anno e non ha più senso.

Si migliora inoltre la governabilità del Paese, riducendo i troppi livelli istituzionali  che evidentemente hanno appesantito l’apparato politico e burocratico dando forza e velocità all’iter legislativo senza modificare le funzioni e i poteri del Presidente del Consiglio che resta, come sempre, incaricato dal Presidente della Repubblica e non eletto direttamente dai cittadini. Nel confronto con i paesi Europei e nella globalizzazione in atto la stabilità di governo è essenziale difendere il nostro paese e condizionare gli altri.

Considero strumentali molte critiche alla riforma perché – ancora una volta !! – invece di votare nel merito si è buttato tutto in politica per far cadere il Governo in carica.

E’ vero, poteva essere più o meno ampia, dare soluzioni diverse ai problemi di sempre, ma non è mai esistita una riforma perfetta e la nostra storia è piena di riforme non fatte.

Sul piano politico se vince il No vincono fondamentalmente Grillo e il suo Movimento che non  considero all’altezza di governare il Paese e Salvini, la cui impostazione culturale mi spaventa.

Se vince il SI ci sarà una spinta ulteriore al  necessario cambiamento per rendere l’Italia più moderna e più simile agli altri Paese europei. In 70 anni l’Italia, con queste regole, ha avuto 63 diversi governi. Da qui la necessità di dare forza alla stabilità di governo, che non va confusa con i poteri, intatti, del governo.

Molti sono ancora indecisi. Consiglio, se non lo avete ancora fatto, di leggerne il testo. Scoprirete che è leggibile e comprensibile.

Penso anche che dietro ai tanti No – da Casa Pound al Manifesto – da D’Alema a Berlusconi – domini l’idea che sia meglio avere un “governicchio”, condizionato da senatori e deputati più numerosi di quanto non ce ne siano negli Stati Uniti d’America.

Se riusciremo  a dare la possibilità al nostro Paese di cambiare votando Sì, potremo iniziare un nuovo percorso politico con gli strumenti più moderni ed efficienti

Se vincerà il No, la riduzione dei costi della politica, la semplificazione dell’attività legislativa e delle istituzioni, la stabilità del Governo non potranno per decenni essere rivendicati da quella maggioranza del Paese che con il suo voto negativo arresterà il realizzarsi di queste cose. Il No infatti blocca la riforma, ma non promuove una proposta alternativa.

L’Europa e il mondo ci guardano, e vogliono capire se il Popolo Italiano, così come tutti auspicano da tanti anni,  è in grado di cambiare !

Per tutti questi motivi IO VOTO SI.

Pippo

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