Oggi con rammarico constatiamo che si è celebrato il funerale della modifica della legge elettorale. La maggioranza ha dimostrato la sua debolezza, in una giornata che ha avuto due snodi fondamentali. In primo luogo la Lega si è tirata indietro arroccandosi sulle proprie proposte, non sostenute dalle altre forze di maggioranza. A questa posizione si è aggiunto il conflitto crescente fra le forze “totiane” e in particolare tra Cambiamo!, divisa anche al suo interno, e Forza Italia. Con queste premesse era inevitabile che si arrivasse a una situazione di stallo. La conseguenza è che non si è potuti giungere ad oggi a un documento condiviso da una maggioranza qualificata (ricordiamo che servono 21 voti). Questo ha portato alle dimissioni di Angelo Vaccarezza, presidente della I Commissione, e della Sottocommissione, che avrebbe dovuto lavorare per un testo condiviso. Il Partito Democratico si è dichiarato disponibile fin da subito, vista la scadenza imminente del ciclo legislativo, a riprendere i lavori e a trovare un accordo più largo possibile tra le forze politiche, tenendo fermi i punti per noi fondamentali: abolizione del listino, inserimento della doppia preferenza, corretta redistribuzione dei seggi nell’ambito del premio di maggioranza.