La Regione Liguria  è chiamata a impegnarsi affinché riprendano al più presto i lavori del Nodo Ferroviario, opera infrastrutturale di importanza fondamentale e strategica, ancora di più dopo il crollo del ponte Morandi. L’opera è stata progettata più di dieci anni fa, per un totale di 600 milioni di euro interamente finanziati da Rete Ferroviaria Italiana. L’azienda a cui sono stati assegnati i lavori, dopo regolare gara, ha aperto una procedura di concordato preventivo e rischia di non poter procedere. Occorre evitare in tutti i modi una nuova gara e due anni di ulteriore blocco. La Regione Liguria ha gli strumenti – l’articolo 49 bis della legge n. 30/2008 – che consentono un anticipo di cassa integrazione per evitare il fallimento dell’azienda, che ricadrebbe non solo sui dipendenti, ma anche su tutte le aziende fornitrici e naturalmente sui cittadini. Sono i fondi regionali che fanno capo a Filse, di cui in passato hanno usufruito gli esodati e anche altre aziende del territorio, a cui la Regione può accedere finanziando in modo adeguato il fondo ad hoc costituito nella precedente legislatura. Sarebbe un modo per salvare quelli che alla fine “pagano” i risultati delle gare, per aiutare le aziende in difficoltà e per evitare lo stop ai lavori. Anticipare la cassa integrazione per i prossimi due mesi, in attesa che scatti la cassa nazionale, vuole dire dare un reddito natalizio ai lavoratori in difficoltà