Dopo i grandissimi successi di questi anni raggiunti dal commissario Locatelli – tra i quali ricordiamo il blocco dei lavori per il Felettino, la procedura di assegnazione per la privatizzazione degli ospedali di Cairo e Albenga bocciata dal Tar, le tre sconfitte al Tar sulla regressione tariffaria introdotta nei contratti del sociosanitario, l’aumento dell’Irpef per i redditi fino a 28 mila euro, il raddoppio delle fughe, i tagli al personale , le totale incapacità di realizzare nuove Case della Salute, il caos nei pronto soccorso, l’emergenza caldo negli ospedali e da ultimo il contenzioso aperto con le pubbliche assistenze trovo perfettamente coerente che la Giunta regionale abbia deciso di assegnare allo stesso Locatelli, per la quarta volta consecutiva, il ruolo di commissario straordinario di Alisa. Sarà a questo punto interessante conoscere le motivazioni che hanno spinto Toti e Viale a nominare per quattro anni un commissario invece di un direttore generale. Forse perché Locatelli, in quanto pensionato, non ha i requisiti di legge per fare il direttore. D’altra parte questo è il codice-Viale: l’assessore ligure ha inventato la stagione dei commissari non per far fronte a situazioni di emergenza, ma per nominare a un determinato ruolo chi non ha i titoli di legge per ricoprirlo.