Due documenti che dimostrano le grandi lacune di questa maggioranza sia dal punto di vista della “visione” dello sviluppo regionale, sia sul piano della tecnica legislativa.

Partiamo dalla variazione. In un quadro sconfortante, sul fronte economico e occupazionale, com’è quello in cui versa la Liguria, malgrado la crescita occupazionale del Nord Italia, la Giunta non ha saputo fornire proposte concrete. Parliamo di 60 milioni di euro di nuove poste di cui solo 15 discrezionali. La maggior parte di queste risorse viene stanziata tramite il fondo strategico, che viene implementato tramite l’indebitamento. La Giunta quindi continua a fare mutui, che qualcuno un giorno dovrà ripagare. Questi fondi, inoltre, non vengono utilizzati per interventi strutturali come la lotta al dissesto idrogeologico, l’efficientamento energico e le politiche abitative, ma per opere a spot finalizzate a un consenso di corto respiro.
Anche sulla Sanità i problemi restano molto gravi: la Corte dei Conti ha ricordato recentemente come le fughe pesino sia sul deficit sia sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini. La mobilità passiva è raddoppiata dal 2015 al 2016 e conseguentemente è aumentato il disavanzo, che era di 64 milioni nel 2016 ed è salito nel 2017 a 70 milioni di euro, 6 milioni in più di quanto previsto dal piano sanitario, nonostante il taglio ai servizi e l’aumento delle risorse derivanti dall’Irpef e dal riparto nazionale. Come pensa la Giunta Toti di arrivare al pareggio di bilancio nel 2020, com’era stato annunciato nelle sue linee programmatiche? Abbiamo provato a presentare alcuni emendamenti selettivi per chiedere interventi fondamentali per aumentare le risorse per la manutenzione dei torrenti e dei rivi, per lo sviluppo locale e delle aree interne, per finanziare almeno la progettazione della Casa della salute della Valpolcevera, per stanziare soldi a favore delle pubbliche assistenze le cui taroiffe sono ferme al 2011 e aumentare il fondo di garanzia per sostenere la ristrutturazione degli impianti sportivi. Anche sulla cultura sono scarsissime le risorse investite dalla Giunta e non è stato fatto praticamente nulla a favore del piccolo commercio. Le uniche priorità del centrodestra ligure sembrano essere la comunicazione e la propaganda, settori in cui vengono spese molte risorse.

Per quanto riguarda il rendiconto il giudizio emerso dalla parifica della Corte dei Conti dipinge una situazione preoccupante nella gestione del bilancio e nelle scelte messe in atto dalla Giunta regionale. Non è la prima volta che leggi importanti di quest’amministrazione vengono bocciate a dimostrazione di un processo legislativo modesto sia sul fronte della quantità che sul fronte della qualità. Non si tratta solo di leggi propagandistiche come quella sulla legittima difesa ma anche di provvedimenti di bilancio, censurati come in questo caso dalla Corte dei Conti a causa di una serie di artifici contabili. Tra i rilievi della Corte segnaliamo un’errata imputazione di un mutuo da 23 milioni di euro, che ripete gli stessi errori contabili riscontrati nei rendiconti 2015 e 2016 con la creazione di capacità di spesa di inizio anno non sorretta dall’effettiva accensione del mutuo; poi ci sono le preoccupazioni della Corte dei Conti sulla distribuzione dei farmaci con la modalità “per conto” quindi con il coinvolgimento delle farmacia su cui la magistratura contabile annuncia per il 2018 un’indagine sui costi/benefici.

Va detto che in questi anni la Regione Liguria non ha aggiunto un solo euro per finanziare politiche nazionali attente alle esigenze dei più deboli, come il Reddito d’inclusione o alla legge sul Dopo di noi, la vita indipendente.

Sempre in sede di assestamento di bilancio, sono stati approvati due ordine del giorno del Pd presentati su mia proposta, in cui si chiedono alla Giunta precise garanzie sulla stabilizzazione dei lavoratori di Alfa- agenzia che si occupa del diritto allo studio, della formazione e del diritto al lavoro- e sul mantenimento dei livelli occupazionali delle aziende in appalto che si occupano dei Centri per l’impiego. Un primo passo importante, a cui però devono seguire atti concreti. E per questo vigileremo attentamente sugli impegni presi in aula.
L’investimento sulla stabilizzazione e l’inquadramento dei lavoratori dei Centri per l’impiego è la premessa essenziale per offrire ai cittadini liguri servizi adeguati per affrontare le sfide della ricerca del lavoro, per chi lo cerca per la prima volta, per chi lo ha perso ed è disoccupato o inoccupato e per chi riceve gli ammortizzatori sociali.
Sarebbe ingiustificato un depotenziamento di questi Centri o la perdita dell’esperienza e competenza che una parte di operatori ha maturato in molti anni di precariato.
Gli impegni che la Giunta ha preso approvando gli ordini del giorno del Pd sono: l’equiparazione dei salari per gli ex dipendenti delle Province già passati in Regione e nelle sue Agenzie; la stabilizzazione dei precari e il potenziamento dei servizi, anche grazie ai finanziamenti del Governo; la copertura dell’attuale forza lavoro dei servizi delle ex Province, che comprende anche i 115 lavoratori dipendenti delle attività appaltate e la stabilizzazione di 52 lavoratori a tempo determinato di Alfa che, ai sensi della legge Madia, possono essere stabilizzati dall’amministrazione.
Parliamo di operatori che lavorano da molto tempo nei Centri per l’impiego e in Alfa. Abbiamo chiesto alla Giunta di garantire le risorse finanziarie necessarie da qui al 2020 che, sommate a quelle ministeriali, consentono un reale potenziamento dei servizi essenziali.