L’agricoltura sociale e cioè – come riportano il codice civile e la legge dell’8 novembre 1991, n. 381 – “le attività esercitate dagli imprenditori agricoli in forma singola o associata e dalle cooperative sociali” è un risorsa importantissima. La Regione Liguria, quando governavamo noi l’ha sempre sostenuta. E Lo dimostra la legge del 21 novembre 2013 n. 36 che “ha promosso la multifunzionalità delle attività agricole, finalizzata allo sviluppo di interventi e servizi a carattere sociale da realizzarsi sulla base della legislazione sociale vigente, dei relativi atti di pianificazione, di altri atti di settore” che “riconosce all’agricoltura sociale valenza strategica per il possibile contributo allo sviluppo socio-economico dei territori rurali”. A tutto questo poi va aggiunta la legge nazionale approvata nell’agosto scorso in cui si prevede che le regioni adeguino entro sei mesi da quella data “le proprie disposizioni in materia al fine di consentire il riconoscimento degli operatori dell’agricoltura sociale e stabiliscano altresì le modalità per il riconoscimento provvisorio degli operatori che alla data di entrata in vigore della presente legge già svolgono attività di agricoltura sociale da almeno due anni, fissando un termini non inferiore ad un anno per l’adeguamento ai prescritti requisiti”. Insomma parliamo di un tema molto importante, che riguarda parecchi cittadini e che offre grandi opportunità di inclusione sociale. Proprio per questo oggi ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale e visto che l’assessore Mai ha detto di credere nell’agricoltura sociale, non capiamo il perché la Giunta Toti abbia accumulato tanti ritardi in questo settore. Ad agosto, come detto, il Governo ha approvato una legge che supera quella regionale in materia, ma l’adeguamento normativo non è stato ancora fatto. Mai dice di attendere i decreti attuativi, ma intanto avremmo potuto mettere insieme il Fondo di Sviluppo Rurale e il Fondo Sociale Europeo, per sviluppare tutte le possibilità connesse a questi due finanziamenti; già in passato con due bandi è stato possibile avviare nuove imprese e creare nuovi posti di lavoro per le fasce deboli. L’agricoltura sociale è una grande opportunità per lo sviluppo del settore primario, anche in ragione della possibilità di diversificazione delle aziende agricole. Un grande patrimonio che questa Giunta non ha ancora voluto cogliere. E non riusciamo proprio a capire il perché.

Pippo Rossetti, consigliere regionale Pd