Nel corso della seduta del Consiglio regionale di domani (4 novembre) verrà discussa la modifica della normativa regionale in materia di protezione civile e di organizzazione di Arpal. Un disegno di legge a cui mancano, a nostro avviso, parecchi elementi.

1)     In questa norma non si tiene minimamente conto di due importanti riforma nazionali: quella della Protezione civile (in via di discussione) e quella della rete delle Arpa e dell’Ispra diventata ormai legge (e di cui si attendono solo i decreti attuativi). Quest’ultima, fra le tante novità, introduce anche il principio dei Lepta, i livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali. Ma la Giunta Toti, come aveva fatto con la legge sui rifiuti, ha deciso di prescindere da queste due fondamentali riforme, col rischio che tra pochi mesi occorrerà aggiornare la legge regionale.

2)     In questo ddl, inoltre, l’amministrazione ligure non pone fine al dualismo fra Antincendio Boschivo e Protezione Civile, le cui sale operative restano separate. Anche i sindaci, tramite il Cal, avevano chiesto un’unificazione di questi due settori. Ma la richiesta non è stata accolta.

3)     La nuova legge ligure non adegua il personale di Arpal alle nuove competenze legate all’allerta geologica che le affida, tanto che la stessa Agenzia ha chiarito che, finché non disporrà del personale necessario, non eserciterà tali competenze.

4)     Nel ddl non si chiarisce il contributo in materia di Protezione Civile che dovranno dare la Città Metropolitana di Genova e le Province, visto che, materialmente, non si indicano le competenze che spettano a questi soggetti, che dispongono di risorse sempre più limitate e non hanno praticamente più personale da impiegare.

5)     Sempre su Arpal, la Regione, dopo aver fatto un passo in avanti nelle scorse settimane, oggi torna indietro; è vero infatti che affida all’Agenzia la dichiarazione dell’allerta, ma è poi il Dipartimento di Protezione Civile che la deve disporre formalmente. Non è dunque chiaro, allo stato attuale, di chi sia competenza l’allerta.

6)     Serve maggiore chiarezza sui piani di Protezione Civile dei Comuni liguri. La Regione deve accertarsi che tutte le civiche amministrazioni li abbiano e, nel caso non siano in grado di stilarli (un problema che riguarda soprattutto i piccoli Comuni), la Regione deve intervenire con personale e finanziamenti affinché vengano redatti.

7)     Bisogna monitorare che tutti i Piani di Bacino siano aggiornati e omogenei fra loro, soprattutto quando un corso d’acqua attraversa diversi Comuni. E’ necessario anche un Piano delle Frane.

8)     Il Pd propone di riorganizzare completamente la formazione dei volontari (le cui liste, tra l’altro, vanno aggiornate), pensando a un percorso su più livelli sulla falsa riga della scuola di formazione lombarda. Almeno in questo caso è necessario superare il dualismo fra volontari di Antincendio Boschivo e di Protezione Civile. La formazione avviene in collaborazione con Alfa (Agenzia lavoro formazione accreditamento) e con la fondazione Cima. Gli obiettivi sono valorizzare le competenze dei volontari e migliorare l’efficienza del servizio.

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