Com’era prevedibile la legge dell’assessore Mai sui Parchi è stata impugnata dal Governo e passerà al vaglio della Corte Costituzionale. È evidente che questa Giunta regionale non è capace a legiferare, visto che questa è solo l’ultima di una lunga serie di bocciature. Le criticità fondamentali contenute in questa norma sono due: non si possono definire i confini dei Parchi per legge e le Regioni non possono diminuire le tutele ambientali, ma solo aumentarle.
Il Gruppo del Partito Democratico in Commissione e durante il dibattito in aula aveva già rilevato le tante criticità contenute in questa norma e così avevano fatto anche gli altri partiti dell’opposizione e le tante associazioni ambientaliste, prima nel corso delle audizioni e poi in Consiglio regionale.
Un caso emblematico di questa impugnativa è il tema delle tutele del territorio e della biodiversità, che in questa legge, vengono trattate come se fossero un vincolo e non come un’opportunità di crescita. I parchi non sono solo strumenti di tutela, ma costituiscono un motore di sviluppo turistico importante per il nostro territorio. E infatti la Liguria è l’unica regione in Italia a diminuire le tutele. Persino il Governo, dove siedono ministri della Lega (lo stesso partito dell’assessore Mai) lo ha capito, tanto che l’impugnativa è stata fatta dal Ministro degli Affari Regionali, che è del Carroccio. A questo punto Mai dovrebbe prendere atto di questo ennesimo fallimento, che segue il pasticcio sul risarcimento dei danni agli agricoltori del ponente savonese e le lungaggini sul Psr, a causa delle quali abbiamo rischiato di perdere i fondi europei e che, comunque, ci confermano come la Regione fanalino di coda in Italia. Di fronte a tutto questo l’assessore Mai dimostri un po’ di dignità politica e si dimetta.