Il nuovo Piano Socio Sanitario 2017/2019 della Giunta Toti è stato approvato ma non fornisce risposte adeguate ai bisogni di cura e di salute dei cittadini Liguri. Avrei voluto veder affrontati i problemi reali e strategici non solo per mantenere, ma anche per migliorare e sviluppare l’offerta sanitaria nei prossimi due anni con strumenti, azioni, obiettivi misurabili sulla base di proposte concrete e immediate, come ad esempio sul Pronto Soccorso del Villa Scassi che, malgrado l’impegno e la professionalità degli operatori, si trova in uno stato di continua emergenza, a causa di evidente disequilibrio tra il numero di pazienti e l’organico. Ma così non è stato. Potrei fare un lungo elenco di questioni che per Toti non esistono: l’aumento delle liste di attesa, la totale assenza di risposte sul tema dell’integrazione specialistica e ambulatoriale, l’integrazione tra servizi territoriali e servizi sociali comunali e,  parlando di socio sanitario, la totale assenza di riferimento alle politiche abitative e di inserimento al mercato del lavoro delle fasce fragili. Inoltre tutto tace su Quarto, sulla Valpolcevera e sulla bassa Valbisagno e le loro futuribili case della salute, nel frattempo anziani, malati psichiatrici, disabili attendono di sapere se, dove e come ci saranno nuovi posti letto in Rsa, nelle comunità alloggio, nei centri diurni, nei centri riabilitativi ambulatoriali. Si aspettano interventi addirittura nella primissima infanzia dove le liste di attesa durano due anni per avere ore di psicologia, logopedia, psicomotricità. Insomma la lista dei servizi da incrementare è davvero lunga per quantità, qualità e tempistica. Il Piano attuale si riassume così: apertura al privato concorrente del pubblico, riduzione del personale e di prestazioni in atto, mancanza assoluta di finanziamenti in investimenti! Si fa l’ospedale di Spezia perché la Giunta Burlando era andata, “troppo avanti” e non è più possibile bloccarlo (anche si riduce il Dea di secondo livello a primo). Ma non c’è un euro per San Martino né per i Palazzi della salute, né per le apparecchiature diagnostiche pubbliche. Certo sono stati comprati gli uffici della giunta con 26 milioni di mutuo ma non sono state stanziate risorse per un Piano sanitario che migliori le sale operatorie, gli ambulatori, le strutture private ONLUS a cui vengono chiesti investimenti senza fondi di garanzia né di contributo così come per tutte le aziende degli altri comparti tramite fondi europei. Tutto questo mentre AUMENTATO LE TASSE perché nella realtà è aumentata di molto la platea di coloro i quali pagano l’addizionale Irpef regionale. Nel 2014 pagavano l’Irpef i redditi sopra i 28.000 euro annui. Ora la pagano i redditi sopra i 15.000 euro nonostante molti soldi ricevuti dal Governo che anno dopo anno incrementa il Fondo nazionale. La valutazione non può quindi che essere negativa e rimane la forte preoccupazione per l’assenza di un pensiero strategico sulla sanità e sull’integrazione socio sanitaria di cui subiranno le conseguenze i cittadini liguri.